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Visualizzazione dei post da 2022

L'ANARCHIA E' PARLARE ALL'UMANITA' COME SE FOSSE UNA ORGANIZZAZIONE CRIMINALIZZATA DAL POTERE

  Io credo che Alfredo Cospito sia una persona pericolosissima, e sono convinto di fargli grande onore riconoscendo la sua pericolosità. È una persona pericolosissima perché ha dedicato la vita a contrastare lo Stato e il Capitale, e lo ha fatto con piacere. L’ideale in lui combacia con il gusto per le cose. Adesso si legge che è sottoposto a regime di 41 bis, e qualcuno si accorge che il 41 bis è una misura provvisoria divenuta stabile, fissa, inamovibile e sacrosanta. Non dovrebbe sorprendere nessuno dopo due anni e due mesi continui in cui siamo stati sottoposti a un unico stato di emergenza (in barba ai limiti di legge https://www.iusinitinere.it/la-proroga-dello-stato-demergenza-oltre-il-limite-temporale-previsto-dalla-legge-esiste-un-vulnus-di-tutela-dellordinamento-democratico-40545), eppure è così: si dice, si nota passando e svanisce la consapevolezza. Altrove si legge che è giusto Alfredo paghi per i suoi reati, ma che questa pena è ingiusta, che è tortura e che Cospito risch

SFUMATURE

Ho vissuto gli ultimi otto anni riscaldando esclusivamente a legna tagliata con ascia e sega ad archetto e trasportata a spalla. La morfologia del posto in cui ho vissuto imponeva lunghe e ripidissime salite a seguito di lunghe e ripidissime discese – o viceversa. Nel bene e nel male la forma fisica che ho dipende in gran parte dal territorio che ho vissuto e dagli strumenti che ho o non ho usato. In un intreccio integrato di molteplici fattori, gli strumenti che ho   o non ho usato mi hanno letteralmente disegnato. Che sia bene o che sia male il disegno che sono dipende da questa strada percorsa a questo preciso modo. Lo stesso dicasi per l’ambiente intorno – la scelta di non rifare la strada dissestata, di percorrere ogni volta chilometri a piedi e in salita per tornare a casa, la scelta di non utilizzare la motosega o il decespugliatore, ebbene queste scelte hanno disegnato me nell’ambiente e quell’ambiente intorno a me. Quando la sera stanco mi è capitato di sedermi sul sentiero e

HET DAGBOEK VAN F. H. (Estratto)

  […] … quindi da un lato e per certe competenze ci ritroviamo separati socialmente dagli altri, mentre per altre competenze e per altri meccanismi ci troviamo confinati in un recinto preciso. E in questo circolo segregazionistico traverso – un luogo per inciso quasi fisico - udiamo sirene spiegarsi nell’aria e anche quelle: per un certo verso siamo sicuri si sentano così spesso a causa di variazioni nei regolamenti interni ai servizi preposti – quando venticinque anni fa prestai io servizio, la definizione di emergenza era una e una sola e al di fuori di una emergenza guai ad accendere sirene – ma dall’altra ignoriamo se per caso, ora come ora, con libera iniziativa di qualcuno potrebbero accendersi rispondendo a segnalazioni, a delazioni, e soprattutto ci chiediamo: se non già adesso, beh, quando sarà? Claustrofobia: quando , non se . Trovo tuttavia affascinante verificare come possa un sistema, fornendo e leggendo numeri, creare oggetti solidi, reali, e finanche eventi. Dall’

TOTALITARISMO

  L’immediatezza, peggiore della velocità, ha trasformato noi e il nostro mondo. “Dormirci sopra” è quasi impossibile. Vado incontro a un amico, lo faccio camminando, camminando penso, creo un universo. Vado da un amico, mi sono fatto precedere da messaggi vocali e tutto un nulla che mi rappresenta, non resta che consumare l’incontro. Ecco: il Capitale si sposta in rete. È una guerra, una invasione. Contro il nostro perduto intimo precedente. Non che quello fosse un assoluto esistente di per sé, non che si stia smarrendo una autenticità: semplicemente cambiamo repentinamente. Sovente ciò che cambiamo è il niente col niente e questa esperienza del nulla ci scuote. Vi dirò: per farsi la prima pera (di eroina), e poi per farsi le successive, ai più occorre assentire, occorre volerlo. Quando poi finalmente sei riuscito a diventare un tossico, quella volontà, non serve più. Tu sei in quanto tossico, tu devi farti. Bene: quanto dobbiamo, di ciò che siamo o crediamo di essere, amici

OBBLIGO O VERITA'

    “Quanto al vaccino Covid lo ripeto:  è una scelta che va fatta ascoltando i medici e gli specialisti” (Virginia Raggi, a quanto pare) Vaccinarsi contro il covid non è una scelta. Io posso anche essere favorevole, desideroso di vaccinarmi, MA nel momento in cui esiste un OBBLIGO, io non sono più libero di dare corso al mio desiderio. Checché ne dicano medici e specialisti. Vaccinarsi è una vigliaccata, non vaccinarsi è un dovere. Forse questo stato elevato di civiltà, ai più, parrà marziano, extraterrestre, eppure Voltaire è tra i fondatori della cultura “nostra”, e dunque dove sarà il problema? Cerco fiducioso di spiegare: l’obbligo non introduce libertà. L’esercizio di libertà nella scelta tra due opzioni (in verità povera cosa e basti contare due dita per capire quanto è povera ma per carità … non pretendiamo persino la fantasia!) ... dicevo: l'esercizio di libertà nella scelta tra due opzioni è possibile, ovviamente, solo se esiste libertà. È possibile respirare ossi