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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

SKIZO

Avevo parlato per l’ultima volta con mio padre all’età di 12 anni. Camminavamo per il viale della Pineta, a Pescara. Pescara era la sua città, non la mia. Io ero nato e cresciuto in un paese del sud Italia, paese nel quale egli visse una sorta di esilio  determinato dal posto di lavoro. Quella volta in cui parlammo e sembrò l’ultima, e lo fu in effetti per lunghissimi anni, mio padre era tornato a vivere in Abruzzo da poco tempo, e noi con lui. Non nostro malgrado, quanto piuttosto in piena fiducia e nella naturalezza degli eventi. Noi eravamo io, mia madre e mia sorella. Doveva essere autunno, un autunno mite, io e mio padre camminavamo ognuno su una strada diversa. La sua era parto della memoria, egli non vedeva bene cosa c’era di nuovo rispetto agli anni sessanta. La mia era attuale, di una attualità senza magia che atterriva. Fu, quello, un periodo molto positivo della vita di mio padre. Dopo quindici anni di turni in acciaieria in qualità di operaio, aveva ottenuto un posto da res

IO E TEODORO - GRAZIE, CARA

Conobbi Teodoro tanti anni fa, durante una festa a Torino. Me lo presentò Paolo, un amico con la barba bianca. La barba bianca di Paolo nascondeva probabilmente i tratti di un viso inquietante, ma questo non posso dirlo con certezza, poiché non lo vidi mai senza. Teodoro, invece, malgrado la barba che anche lui portava lunga e bianca, aveva tutto l’aspetto di un pazzo. Mi sorprese quindi scoprire come quell’uomo che sembrava uscito da una caverna, avesse un cervello analitico e funzionante e seppure non dotato dell’ironia propria di Paolo, fosse anche egli una persona molto intelligente, con un pensiero coerente, originale. Era, Teodoro, un uomo piuttosto caustico. Molti anni più tardi, credo per caso, Teodoro capitò al villaggio in cui vivevo e si insediò in una delle grotte, come pareva gli fosse confacente. Scoprii subito quanto fosse abile, capace e amante del selvaggio. Aveva poca voglia di socializzare ma si rivelò sorprendentemente pronto a distruggere la tranquillità delle mie

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Secondo mia moglie, il progresso sociale, misurato sulla scala dei diritti cosi’ come lo andavamo costruendo, non era poi molto invitante. Vietare o acconsentire, non edificavano strutture poi tanto differenti. Per esempio, lei, detestava il femminismo, lo considerava una mera idiozia alla quale partecipano, mettendosi in coda, milioni di esseri arrabbiati. Al vaglio dei risultati attuali, diceva mia moglie, l’emancipazione femminile coincideva col diritto acquisito dalle donne di alienarsi al pari degli uomini e di potere abortire in maniera legale. Ossia tutta la lotta delle donne per le donne, si era tradotta nella possibilità che adesso esse avevano di realizzarsi secondo i dettami della società, identicamente a prima nella sostanza, anche se non nel particolare: lavorare per soldi e per il sistema, vestirsi come si voleva (li’ dove la volontà discende su di noi dall’alto etereo della moda), non essere necessariamente madri e poter abortire in ospedale. Per considerare tutto ciò un

IO VEDO - Quasi come Rorschach

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