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HET DAGBOEK VAN F. H. (Estratto)

 

[…]

… quindi da un lato e per certe competenze ci ritroviamo separati socialmente dagli altri, mentre per altre competenze e per altri meccanismi ci troviamo confinati in un recinto preciso. E in questo circolo segregazionistico traverso – un luogo per inciso quasi fisico - udiamo sirene spiegarsi nell’aria e anche quelle: per un certo verso siamo sicuri si sentano così spesso a causa di variazioni nei regolamenti interni ai servizi preposti – quando venticinque anni fa prestai io servizio, la definizione di emergenza era una e una sola e al di fuori di una emergenza guai ad accendere sirene – ma dall’altra ignoriamo se per caso, ora come ora, con libera iniziativa di qualcuno potrebbero accendersi rispondendo a segnalazioni, a delazioni, e soprattutto ci chiediamo: se non già adesso, beh, quando sarà?

Claustrofobia: quando, non se.

Trovo tuttavia affascinante verificare come possa un sistema, fornendo e leggendo numeri, creare oggetti solidi, reali, e finanche eventi. Dall’odio all’esterno, dalla malattia al nemico, dai morti alle file, dalle passioni agli stermini. Quanto ci fu di sociale, economico, politico nella diffusione persistente della lebbra? Sono domande che rendono questi miei ultimi giorni sulla Terra interessanti e densi. È molto più significativo che limitarsi a osservare, come facevo fino a tre anni fa, la giovane Rose tastare con l’indice le ghiandole sul viso della sua neonata sostenendo che erano gonfie e di fatto provocandone il gonfiore.

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(traduzione M.A.S.)