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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

HET DAGBOEK VAN F. H. (Estratto)

  […] … quindi da un lato e per certe competenze ci ritroviamo separati socialmente dagli altri, mentre per altre competenze e per altri meccanismi ci troviamo confinati in un recinto preciso. E in questo circolo segregazionistico traverso – un luogo per inciso quasi fisico - udiamo sirene spiegarsi nell’aria e anche quelle: per un certo verso siamo sicuri si sentano così spesso a causa di variazioni nei regolamenti interni ai servizi preposti – quando venticinque anni fa prestai io servizio, la definizione di emergenza era una e una sola e al di fuori di una emergenza guai ad accendere sirene – ma dall’altra ignoriamo se per caso, ora come ora, con libera iniziativa di qualcuno potrebbero accendersi rispondendo a segnalazioni, a delazioni, e soprattutto ci chiediamo: se non già adesso, beh, quando sarà? Claustrofobia: quando , non se . Trovo tuttavia affascinante verificare come possa un sistema, fornendo e leggendo numeri, creare oggetti solidi, reali, e finanche eventi. Dall’

TOTALITARISMO

  L’immediatezza, peggiore della velocità, ha trasformato noi e il nostro mondo. “Dormirci sopra” è quasi impossibile. Vado incontro a un amico, lo faccio camminando, camminando penso, creo un universo. Vado da un amico, mi sono fatto precedere da messaggi vocali e tutto un nulla che mi rappresenta, non resta che consumare l’incontro. Ecco: il Capitale si sposta in rete. È una guerra, una invasione. Contro il nostro perduto intimo precedente. Non che quello fosse un assoluto esistente di per sé, non che si stia smarrendo una autenticità: semplicemente cambiamo repentinamente. Sovente ciò che cambiamo è il niente col niente e questa esperienza del nulla ci scuote. Vi dirò: per farsi la prima pera (di eroina), e poi per farsi le successive, ai più occorre assentire, occorre volerlo. Quando poi finalmente sei riuscito a diventare un tossico, quella volontà, non serve più. Tu sei in quanto tossico, tu devi farti. Bene: quanto dobbiamo, di ciò che siamo o crediamo di essere, amici

OBBLIGO O VERITA'

    “Quanto al vaccino Covid lo ripeto:  è una scelta che va fatta ascoltando i medici e gli specialisti” (Virginia Raggi, a quanto pare) Vaccinarsi contro il covid non è una scelta. Io posso anche essere favorevole, desideroso di vaccinarmi, MA nel momento in cui esiste un OBBLIGO, io non sono più libero di dare corso al mio desiderio. Checché ne dicano medici e specialisti. Vaccinarsi è una vigliaccata, non vaccinarsi è un dovere. Forse questo stato elevato di civiltà, ai più, parrà marziano, extraterrestre, eppure Voltaire è tra i fondatori della cultura “nostra”, e dunque dove sarà il problema? Cerco fiducioso di spiegare: l’obbligo non introduce libertà. L’esercizio di libertà nella scelta tra due opzioni (in verità povera cosa e basti contare due dita per capire quanto è povera ma per carità … non pretendiamo persino la fantasia!) ... dicevo: l'esercizio di libertà nella scelta tra due opzioni è possibile, ovviamente, solo se esiste libertà. È possibile respirare ossi