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Visualizzazione dei post da agosto 13, 2017

MIO FIGLIO E' UN VOLO

Sono diventato padre per la prima volta a quarantaquattro anni, e non in seguito a un “incidente”. Mio figlio è stato desiderato. Tuttavia non ho fatto un figlio per poi essere da lui amato, o ricordato, o riscattato, né tanto meno per consacrarlo alla patria, alla religione, alla rivoluzione, o a un qualche altro stupido sogno. Non l’ho fatto per noia, solitudine,speranza, consolazione, confusione, tictac di un orologio. Ho fatto un figlio punto e basta, non c’è un perché. “Io ho fatto un figlio” è un enunciato che si inscrive nel campo dei miei irriducibili non trasferibili. È l’espressione di una parte della mia unicità. È ciò che “sfugge”. Io penso o sospetto che sia per tutti così. O meglio, penso che in tutti i genitori esista, nel momento in cui generano bimbi, una componente motivazionale irriducibile e non trasferibile. Ossia una unicità che sfugge. Quella penso o sospetto che sia “la vita”. Del resto io sono uno a cui capita spesso di essere vivo, ma figli ne possono fare an