Le
emanazioni di un senso profondo, fine, avevano assunto nei millenni nomi e
vesti rituali. Gli antropologi, acerbi, ne avevano parlato spesso. Quelle
emanazioni, cristallizzate nei logos, nelle culture, si volevano più o meno
innate, a seconda. Sedicenti grandi maestri, avevano offerto e offrivano
maschere parziali d’ombra, benevole o incuranti, anche qui… a seconda.
Le
emanazioni, comunque, erano grandi case rassicuranti. La mia, per lungo tempo,
fu la vendetta. Virtualità o atto che ristabilisce un equilibrio. L’equilibrio
stesso fu casa d’altri. E l’onestà, il paradiso, il giudizio, la legge degli
uomini o di Dio, furono casa d’altri ancora.
Tutte
galere.
Quando il
volo assume un nome, smetti di sentire la voce del mondo in favore di quel solo
nome. L’atto, l’evento, si esorcizza, si ritualizza. Diventa rappresentazione e
obbligo. O percorso obbligato. Ed eccoti: sei il genio prigioniero della
bottiglia.