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INDICAZIONI 1

Dicono che col tempo si peggiori ma a me sembra che il giorno dopo sia sempre meglio. Non proprio una guarigione, piuttosto un declino – l’ennesimo.
Lo scenario, che sia un caso oppure no, si ripropone, si riproduce, è qui, allo stesso modo un po’ diverso sempre.
Non è una guarigione, va bene, ma se non consola, non ghiaccia nemmeno il sangue.
Se non capisci, vai lontano, cerca il posto dove sia possibile stare al di là della tela, in contemplazione distante del figlio piccolo con la sua mamma, della prima felicità vissuta a cui segue il declino.
Non è così?
E allora come mai declino il tempo e piove, allo stesso modo la stessa acqua su un’altra valle scoscesa, che cade sull'orizzonte inumano mentre io qui, ancora in alto, attraverso un vetro spio volando dietro a quel che potrei fare o anche no e che comunque non farò? Io qui, come mai?
Il bambino s’affacciava alla prima felicità della sua vita, con sua madre, aspettando il padre. Ricorda luci mosse nella notte, e babbo che suona al citofono, e se stesso riflesso nel vetro quando impara che è proprio questo “aspettare il padre”, questa grande felicità proposta e condivisa dalla madre. Questa grande delusione: la fine di quel momento. Ma non conta. Non conta per il bambino, per lui contano gli istanti infiniti e in genere lui non sa quanto durano gli istanti. Conta la notte ignota dietro al vetro, i pensieri nuovi che volano sulla collina accanto casa. Avverte alle spalle un enorme nulla, lo sconosciuto. Che sia il mare? E in cima alla collina potrebbe esserci qualcuno che spia. Che sia il Male?
Il male è questa diminuzione inesorabile, il declino. Nulla è poi mai come la prima volta.
E dunque: nulla è mai come la prima volta ma il giorno dopo è sempre meglio.